Maurice Marinot un maître verrier dell'Art Déco
La forte personalità di Maurice Marinot ha influenzato l'arte vetraria del suo tempo. Tra il 1911 e il 1937 Marinot s'impone diventando un creatore personalissimo; il suo stile unico e nuovo che testimonia la libertà di ispirazione e una particolare interpretazione plastica, lo fa il maestro verrier capo-scuola che tratta il vetro come una meravigliosa fonte di luce, evocante la fluidità dell'aria e dell'acqua.
Nato a Troyes il 20 marzo 1882 da una famiglia di artigiani cappellai, frequenta il liceo di Troyes senza riuscire a diplomarsi; si iscrive allora alle Beaux Arts di Parigi nel 1901, dove frequenta i corsi tenuti da Fernand Cormon, ma giudicato indisciplinato per il suo carattere ribelle che non accetta di dipingere secondo i canoni accademici, viene espulso con la motivazione "sovversivo e pericoloso".
Marinot
continua a lavorare assiduamente per conto proprio e a frequentare i suoi amici di Accademia; nel 1905, a soli 23 anni, esordisce al Salon d'Automne con gli amici del gruppo
dei Fauves: Matisse, Dérain, Marquet, Van Dongen, Vlaminck, Dufy e Puy. Le loro opere sono contestate dal pubblico e stroncate dai critici; amareggiato, Marinot si ritira nella sua
città natale e le sue visite alla capitale saranno solo in occasione di rare mostre.
Nel 1910 è chiamato con Maurice de Vlaminck e Othon Friesz a far parte della Commissione artistica al Salon d'Automne e allo stesso Salon, nel 1912, espone con il gruppo Duchamp-Villon, Jacques Villon, Roger de la Fresnaye, Marie Laurecin, Robert e Sonia Delaunay. Nel 1913 partecipa con Kandinsky, Léger, Picabia e Marcel Duchamp all'esposizione dell'Armory Show, presentata a New York, Chicago e Boston. Dopo questa data cessa di esporre, senza mai però abbandonare la pittura. Si calcola che la sua produzione ammonti a circa 2.500 tele dipinte nell'arco della sua vita; purtroppo ne sono andate perse una gran parte per i bombardamenti che distruggono il suo studio a Troyes durante la seconda guerra mondiale. Molti suoi dipinti sono nei musei di Lione, Calais, Sète, Grenoble, Strasburgo, Troyes, Bruxelles, Boston, New York.
L'interesse di Marinot al vetro si manifesta nel 1911 dopo una sua visita agli amici, i fratelli Viard, proprietari di una vetreria che produce gobeleterie a Bar-sur-Seine, dove, dopo i preliminari accordi, è accettato nella fabbrica, prima per apprendere a sue spese, poi per eseguire, per proprio conto, le sue opere. Marinot incomincia questa esperienza in vetreria da dilettante, senza sapere che verrà ad assumere il ruolo di maestro innovatore, rimasto vacante alla morte di Gallé.
Vive a Troyes
e quotidianamente si reca in vetreria a Bar-sur-Seine: nel decennio dal 1911 al 1921 decora i vetri da lui disegnati e per lui soffiati da un artigiano di Viard. Sono vasi, coppe, bottiglie e piatti
che dipinge finemente a smalti policromi, a soggetti floreali stilizzati, ghirlande di fiori, frutti, uccelli, deliziose figurine o splendidi nudini con sensibilità già Art Déco.
Assieme ai suoi quadri, presenta al pubblico per la prima volta i vetri nel 1911 al Salon des Independants; il consenso della critica e del pubblico avviene in occasione della sua prima personale
alla Galleria Adrien Hébrard a Parigi nel 1913, quando afferma: Les idées que j'ai sur l'art du verre sont naturellement les mémes que celles que j'ai sur la peinture elle
méme (L 'Art el les Artistes). La guerra del 1914 interrompe la sua attività di vetraio. Egli presta il servizio militare, per ritornare da Viard nel 1919, dopo aver fatto un
viaggio in Marocco, dove rimarrà colpito dai colori e dall'atmosfera, che riporterà nelle sue opere. Maurice Marinot, continuando il suo cammino solitario che nulla deve a scuole, maestri o correnti,
si propone di valorizzare al massimo la materia vetro e, da creatore verrier, inizia nel 1919 egli stesso a soffiare e a dar forma ai suoi pezzi.
Abbandona,
nel 1921-22 le figure dipinte a smalto e adotta nuove tecniche, creando vetri con vita e autonomia propria. I nuovi vetri, soffiati in ripetuti strati sovrapposti, prendono uno spessore insolito, in
cui egli volutamente provoca l'incorporazione delle bulles (rotonde o allungate), bollicine ottenute con gas o aria compressa che simulano gocce d'acqua. A volte, durante la
soffiatura, ottiene effetti particolari intercalando fra gli strati polvere di rame o limatura di metallo o anche paillettes d'oro. In altri pezzi, con l'ottica del pittore, fa
vivere fra gli strati colori maculati, tigrati, macchioline con nervature simili a ragnatele, ottiene effetti tartaruga, ocraquelures, formanti magici decori astratti. Alla calotta così
realizzata con una o più di queste varie tecniche, ne sovrappone un'altra in vetro incolore che la racchiude (vetri sandwich). Nello stesso periodo Marinot incide su vasi, coppe,
flaconi in vetro trasparente, ad acido o alla ruota o con tutte e due le tecniche combinate, passando da una figurazione stilizzata alla pura geometria, poi all'astrazione.
Taglia a larghe facce massicci vasi, li istoria con tratti essenziali di donne dai movimenti perfetti, di volatili, di rose, in completo accordo con il supporto vitreo.
Nelle opere del 1925 le morsure ad acido (il pezzo è immerso nella vasca dell'acido anche 30 volte) nella robusta struttura del vetro diventano sempre più profonde; in taluni casi Marinot arriva ad incidere fino a tre centimetri per ottenere il decoro, sovente simmetrico, di losanghe, triangoli, quadrati.

Il nuovo stile trionfa all'Esposition des Arts Décoratifs di Parigi del 1925; l'artista è presente con le sue opere in ben quattro pavillons: con la Galleria Hébrard, con gli arredatori Süe et Mare, nella sala dell'Ambasciata francese presenta un'intera vetrina (delegato dalla Société des Artistes Décorateurs) e nel salone dell'Industria del vetro espone accanto a René Lalique, il quale è il primo a convenire e riconoscere i valori creativi e tecnici di Marinot. Le sue opere sono tutte fuori concorso in quanto vibrazioni e ritmi con l'incisione ad acido o alla ruota: tali opere restano l'espressione più alta della sua abilità d'artista.
Nel 1932 gli viene conferito il titolo di cavaliere della Légion d'Honneur; lo stesso anno espone con una mostra personale alla galleria Brummer di New York. Partecipa a mostre collettive in Germania, Inghilterra, Svezia e Giappone ed è invitato a presentare i suoi vetri alla Biennale di Venezia (sezione Arti Decorative), invito che gli sarà ripetuto anche nel 1934. Nello stesso anno la sua opera in vetro (con le riprese del maestro al lavoro) è oggetto di un documentario, realizzato da Jean Benoit Lévy e commentato dal critico René Chavance.
Quando la vetreria Viard cessa l'attività nel 1937, cosciente di aver detto e dato tutto con l'arte del vetro, Marinot, a soli 55 anni, all'apice della carriera e al massimo dei riconoscimenti, si ritira dopo aver partecipato all'Esposizione Internazionale di Parigi.
Ritorna ai suoi pennelli dedicandosi a quella che era stata la sua prima passione, la pittura: J'ai été peintre, je suis devenu verrier, mais je n'ai jamais cessé de peindre et j'ai continué depuis que j'ai cessé d'Otre verrier (Catalogo Mostra).
La sua opera in vetreria (come in pittura) comprende circa 2.500 pezzi, tutti esemplari unici, messi sul mercato a Parigi da Adrien Hébrard (mercante e fonditore dei bronzi di Degas, Dalou, Bugatti,
Bourdelle, Mattey, Guino) che, fino al 1934 organizza nella sua galleria tutte le mostre delle creazioni del maestro; dal 1934 al 1937 è la galleria di Jacques Zoubaloff che ne cura le
esposizioni.
Nel 1948 la galleria Charpentier di Parigi dedica a Marinot un'esposizione. Dal 1950, le esposizioni collettive si moltiplicano, al movimento Fauve il Museo d'Arte Moderna di
Parigi dedica due mostre, nel 1951 e 1966, il Museo d'Arte Decorativa di Parigi espone molti vasi e flaconi di Marinot nella mostra dedicata al vetro del 1951.
Maurice Marinot si spegne dopo una lunga malattia nella sua città natale l'8 febbraio 1960, all'età di 78 anni.
La città di Lione nel 1965 gli dedica un'importante esposizione retrospettiva che comprende sia le opere in vetro, sia quelle di
pittura. Le mostre si susseguono, l'ultima e più significativa presentazione dell'opera completa di Marinot si è svolta al Museo dell'Oragerie di Parigi nel 1990.
I suoi vetri sono per la grande maggioranza custoditi in vari musei del mondo, difficilmente reperibili sul mercato. La firma, scritta a smalto, incisa alla punta o ad acido
è marinot.
Numerosi i musei dove sono esposte le sue opere:
Musée National d'Art Moderne -
Parigi
Musée d'Art Moderne de la Ville de
Paris
Musée des Arts Decoratifs - Parigi
Musée de Sèvres
Musée des Beaux Ans - Lyon
Musée de Grenoble
Musée de Strasbourg
Musée des Beaux Arts de Béziers
(una sala Marinot)
Musée Paul Valéry - Sète
Musée de Saint Etienne
Musée de La Rochelle
Musée de Mont-de-Marsan
Musée Chéret - Nice
Musée des Baux Arts - Rennes
Musée de Picardie - Amiens
Musée d'Unterlinden - Colmar
Musée National Adrien Dubouché - Limoges
Musée de Dieppe
Musée des Beaux Arts - Nantes
Musée Dipartcmentale des Vosges
National Gallery of lreland - Dublino
Museo di Louisville
Museo di Ginevra
Museo di Losanna
Museo Krôller-Muller - Otterloo
Museum of Art - Pittsburg
Museum Cooper Hewith – New York
Museum Crysler Art - Provincetowen
Musée Cortins - Liegi
Museum Art lnstitute - Chicago
Philadelphia Mu seum of Art - Philadelphia
Claveland Museum of Fine Art - Claveland
Worcester Art Museum - Worcester
Museo di Malmo
Kunstgewerbe Museum - Zurigo
Musée d'Art Decoratif - Gand
Museo di Laicester
Musée National - Cardiff
Musée d'Etrait - Lussemburgo
Musco di Murano
Musée des Baeux Arts - Pau
Musée des Beaux Arts - Nîmes
Musée de Guéret
Musée de Calais
Musée de Brest
Musée de Poitiers
Musée d'Orleans
Musée de Caen
Musée Ingres - Montauban
Musée de Quinper
Musée d'Albi
Musée de Mulhouse
Musée de Besançon
Musée de Dunkerque (una sala Marinot)
Musée de Cognac
Musée de Châteauroux
Metropolitan Museum - New York
Corning Glass Museum - New York
The Brooklyn Museum - New York
Galleria Nazionale di Praga
Victoria and Albert Museum - Londra
Museo di Düsseldorf
Musée Royal d'Art - Bruxelles
Franco Borga - Ottobre 1984