Amalric Walter - (Sèvres 1870 – Lury-sur-Arnon 1959)

A. Walter. Scatola "Marquise de Sevigné" con foglie e frutto di castagno. 1920 H. 16 cm.

Amalric Walter, dopo gli studi classici, si diploma all' Ecole de Céramique de Sèvres, che per lui è insieme scuola e laboratorio; qui, come i suoi predecessori Henry Cros e Albert Dammouse, è indotto a percorrere il cammino verso la ricerca della tecnica della pâte de verre. Dopo prove ed esperimenti, con il professore e amico Gabriel Lévy, ottiene l'amalgama composta da polveri di vetro finemente macinato, ossidi metallici coloranti e il misterioso "legante", sempre tenuto segreto dai maestri che hanno ritrovato la famosa ricetta della pasta di vetro.
La coppia Walter-Lévy, nel 1903, presenta alcuni pezzi all'Exposition des Beaux Arts di Parigi, realizzati su modelli forniti dagli scultori Eugène Delagrange (1872-1920) e Denis Puech (1854-1942); anche se la pasta è imperfetta, nebulosa e opaca, ancora lontani dai risultati che Walter otterrà in seguito, vi è interesse che giunge da più parti, compresa un'offerta della manifattura Daum per una collaborazione. Raggiunto  un accordo, Walter e Lévy si trasferiscono a Nancy, dove Daum mette a loro disposizione un attrezzato atelier. Lévy però non si ambienta, e sceglie di essere liquidato con una somma in denaro per  il suo apporto alla ricerca. Walter, invece, trova l'ambiente ideale per mettere a punto una particolare pasta di vetro dai toni sfumati, i gialli e gli ocra, gli aranciati e i bruni, i verdi e gli azzurri. A fornirgli i modelli sarà Henry Bergé, capo-decoratore e perfetto interprete delle concezioni di Antonin Daum. Tra Walter e Bergé si instaura un perfetto accordo che durerà tutta la vita, e fino al 1910 altri progetti sono anche forniti da Charles Schneider (allora collaboratore della Daum).
Tra le prime opere prodotte vi sono le figurine femminili, adattamenti della statuina classica della Grecia antica, la famosa Tanagra, di cui lo stesso Antonin Daum porta a Nancy i modelli in gesso al ritorno da un viaggio dal Museo di Vienna.

A. Walter. "Vide-poche" sormontato da ramarro e motivi floreali su disegno di H. Bergé. 1919 L. 17,5 cm.

Altre interessanti e originali opere sono la statuina del 1912, che rappresenta la celebre ballerina Loïe Fuller, su modello di Victor Prouvé, i medaglioni realizzati in bassorilievo su modelli forniti da B. Chapus, i raffinati pannelli decorativi montati a placche su mobili e oggetti, oppure formanti vetrate, a soggetti paesaggistici o acquatici.
Accanto a queste realizzazioni si estende tutta una gamma di oggetti (più di 100 modelli tra il 1904 e il 1914) rappresentati da vasi, coppe, vide poche, fermalibri, presse-papiers, calamai, scatole, bomboniere, posacenere e accessori per l'abbigliamento femminile.
La decorazione è a motivi naturalistici, soprattutto animali; temi caratteristici di Daum-Walter sono: coleotteri, camaleonti, ramarri, lucertole, pesci, granchi, rane, lumache, foche, ermellini, topini, pipistrelli, pappagalli e colombe.
Dopo il successo ottenuto operando per Daum, Walter apre nel 1919 il suo atelier a Nancy, resta però, in buoni rapporti con la manifattura Daum, il che permette al suo amico Henry Bergé di fornirgli ancora la maggior parte dei modelli che renderanno famosi entrambi.
Si aggiungono altri modelli forniti per saltuaria collaborazione con gli scultori Jean Bernard, Jules Cayette, Jules Cheret, Marcel Corette, Joe Descomps, P. Dubery, Alfred Finot, Henri Mercier, André Houillon, P. Geno e Lejan.

A. Walter. "Dio Pan" che suona la siringa. 1921 H. 9 cm.

Tra le statuine sono da ricordare i preziosi Budda, i fauni, Isadora Duncan, danzante e avvolta da voluttuosi veli, busti e testine di fanculle. Walter inoltre procede alla realizzazione di gran parte dei modelli già eseguiti per Daum prima della guerra; la quasi totalità dei temi restano rappresentativi dell'Ecole de Nancy e solo raramente alcuni vasi assumono decori Art Déco.
Oltre alla firma, spesso è l'evoluzione del colore a permettere di separare i due periodi, poiché la tavolozza si compone ora di colori più artificiali che rendono gli oggetti quasi surreali: un uccello verde, una farfalla nera o un pesce blu.

 

A differenza dei colleghi che praticano la stessa tecnica, le paste di vetro di Walter hanno un peso particolarmente elevato, dovuto alla percentuale di piombo usata nell'impasto, che raggiunge circa il 50%.
Con la guerra sopraggiunta nel 1940, si perde ogni traccia del lavoro di Walter.
Durante tutto il periodo (1904-1914) di collaborazione con Daum, la firma sugli oggetti è quella della manifattura Daum Nancy con croce di Lorena e solo raramente vi è anche Walter; dopo la guerra la firma, incisa nella pasta, è A WALTER NANCY, quasi sempre seguita dal nome dello scultore che ha fornito il modello.
Le sue opere sono oggi presenti in numerosi musei.

 

 

 

Franco Borga - Ottobre 2000

 

 

 

 

 

 

 

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