Vetro: incantesimo o inganno

Paul Nicolas. Raro vaso ovoidale in cristallo triplo, decoro di paesaggio panoramico e lacustre con vegetazione africana e fagiani. Firma incisa alla moletta P. Nicolas, Nancy. Epoca 1920, H. cm 20.

Oggigiorno assistiamo ad un fenomeno clamoroso, riguardante i vetri firmati, quelli di “alta qualità” hanno raggiunto prezzi altissimi, non solo, ma l'Art Nouveau e l'Art Déco stanno ottenendo

il giusto riconoscimento, a partire dai quadri alle sculture, dai mobili alle ceramiche, dai gioielli, orologi e medaglie, ai manifesti, dai giocattoli di vario tipo, alle bambole, dalle belle stufe in metallo smaltato e i camini, all'arte sanitaria, alle auto d'epoca.

 

Non dimentichiamo i bronzi (quelli che sculture non sono) fermacarte, piedi di lampade, calamai, o ancora i “bibelots”, dai materiali vari fino a quelli nobili, come l'avorio e le pietre dure; oggettistica di valori e peso diversi, dai significati molteplici, su temi possibili o impossibili, dalle invenzioni diaboliche al kitsch, dalle cartoline postali alle canne da passeggio, dalle fotografie agli arazzi e tappeti, tutto diventa “frivolité et mode” compresi i vestiti, i costumi e ricami delle nostre nonne.

Arte, oggetti e cose che talvolta entrano nello spirituale, o semplicemente ci adornano la dimora con la loro presenza, restituendoci un fascino che credevamo perduto. Vi sono ancora molte di queste “cose” disponibili sul mercato, accessibili come prezzo (che se comparato al “nuovo” d'oggidì, sia in gusto sia in investimento, si guadagna sempre); mentre seguendo il criterio del “firmato oggi” (quello che si distingue) va rispettato e consigliato, può piacere adesso, e darci soddisfazione domani.

 

Tornando al firmato “ieri”, questo sta assumendo proporzioni di trionfo. Il vero protagonista è il “vetro” perché questo, come tale, non è solo bel colore e bella forma, ma pittura scultura e grafica; è fragile ma proprio per questo, con magia e mistero, ha saputo resistere, per poi salire fino “alle stelle”, da dove, come in un soffio di vento, ci trasmette poesia.

Il vetro Art Nouveau e Art Déco è ancora troppo d'élite, non vi è diffidenza ma incertezza, e manca in effetti quella preparazione che si riscontra in altri settori. Per questo consigliamo di leggere e assimilare i testi, frequentare mostre e musei, solo così si imparerà a distinguere la diversità e purezza che passa tra un'opera d'arte, un lavoro artigianale ed uno industriale. Queste “nozioni” possiamo reperirle frequentando il mercato, dall'antiquariato al comune rigattiere o le case d'aste, ma è appunto qui che dobbiamo stare in guardia, qualunque oggetto sia, è impossibile acquistarlo

senza averlo “prima visitato”, verificando se risponde a tutti i canoni: bellezza, autenticità, rarità, firma, perfette condizioni originali (un vetro con una filatura, una rottura è svalorizzato anche dell'80% rispetto al prezzo reale).

 

Jacques Gruber per Daum. "Incantesimo crepuscolare" incisione alla ruota, base in legno scolpito. 1895 H. 46,1 cm

Attenzione agli inganni, oggi è di moda investire certe lampade e vasi, talune firme vengono sostituite con altre di maggiore prestigio, sia applicando la lavorazione dei calchi, sia trasformando vecchi vetri, incidendoli, smaltandoli e ricuocendoli, ma questi “abili riciclatori” non riusciranno mai a dare al vetro l'incantesimo di quelli autentici e cadranno sempre all'occhio dell'esperto.

 

Alcuni esempi: all'austriaco Loetz è toccata l'umiliazione che una parte delle sue opere, che allora non aveva firmato, lo siano oggi con un marchio notissimo; stessa sorte per i lavori più semplici di Sabino: accade sovente che la sua firma venga “molata”, quindi sostituita con un'altra molto nota; in Giappone hanno rifatto lampade Gallé quasi perfette; in Italia non hanno trovato di meglio che ricostruire quelle di Tiffany; in America dove tra l'altro l'Art Déco è in gran voga) hanno rifatto delle Tiffany, ma questa volta per smascherarle è stato necessario un attento esame di laboratorio.

 

Poi ancora, forse per rispetto gerarchico, alcuni lavori firmati da Muller, Legras, Schneider, Michel, Jean, e forse altri, sono passati alle firme dei capiscuola, quali Gallé e Daum, maestri indiscutibili in quella terra di Lorena che per secoli è stata l'incrocio tra Nord e Sud, tra l'Ovest e l'Est, ove sono transitati e hanno soggiornato in ogni tempo artisti famosi, compresi i fiamminghi del '400, che peregrinavano per raggiungere “i centri del Rinascimento” e viceversa.

 

In questa Lorena, dove l'aria si è arricchita a tal punto che anche i germogli, ormai sfioriti e ridiventati “semi”, hanno nutrito così questa terra con capoluogo Nancy, dove un giorno è esplosa forse l'ultima delle arti del vetro, battezzata “Art Nouveau”.

Una fioritura magnifica, questa del ricamo dei vetri, espressa e incisa anche col sangue.

 

Franco Borga - Aprile 1992

 

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